L'uomo, identificandosi esclusivamente con il proprio organismo contrapposto all'ambiente crea una vasta illusione, una scissione tra sè e il proprio mondo. Queste divisioni non sono reali, ma egli si comporta come se lo fossero; egli passa dall'identità cosmica all'auto-identificazione, dall'organismo intero alla separazione mente corpo e infine all'identificazione con la sola parte accettabile di sè, in una serie di frammentazioni sempre più estese, in una visione sempre più ristretta.
Così l'universo diviene falso a se stesso: allo scopo di vedere se stesso deve innanzitutto dividersi in almeno due parti, una che vede e l'altra che viene vista. La volontà desidera conoscere se stessa, e si risveglia così la coscienza; la volontà si divide in due. Da una che era, intera e completa in se stessa diviene, allo stesso tempo, attore e osservatore.
Il conflitto è inevitabile perchè l'attore desidera liberarsi dei limiti entro cui lo ha confinato il suo stesso desiderio di coscienza. Da una parte è stato reso capace di vedere ma dall'altra c'è qualcosa che, in quanto osservatore, egli non può vedere.
La natura fa sì che la conoscenza di una metà del mondo assicuri che l'altra metà resti sconosciuta.
Tratto da Ken Wilber, Lo spettro della Coscienza
Così l'universo diviene falso a se stesso: allo scopo di vedere se stesso deve innanzitutto dividersi in almeno due parti, una che vede e l'altra che viene vista. La volontà desidera conoscere se stessa, e si risveglia così la coscienza; la volontà si divide in due. Da una che era, intera e completa in se stessa diviene, allo stesso tempo, attore e osservatore.
Il conflitto è inevitabile perchè l'attore desidera liberarsi dei limiti entro cui lo ha confinato il suo stesso desiderio di coscienza. Da una parte è stato reso capace di vedere ma dall'altra c'è qualcosa che, in quanto osservatore, egli non può vedere.
La natura fa sì che la conoscenza di una metà del mondo assicuri che l'altra metà resti sconosciuta.
Tratto da Ken Wilber, Lo spettro della Coscienza